La formazione di tale depressione viene fatta risalire a 64.000 anni fa a causa del collasso dei centri eruttivi del Trifoglietto I e del Trifoglietto II, predecessori dell’Etna. Lo sprofondamento dei due crateri formò una caldera profonda 1 chilometro e larga 5 chilometri. Il cono vulcanico del monte Etna attuale si sarebbe formato a nord-ovest dell’unità del Trifoglietto II circa 34.000 anni fa.
La Valle del Bove si presenta desertica, ricoperta da colate laviche recenti (eruzione del 1991-1993 e seguenti) ed occupa una superficie di circa 37 km². Il recinto craterico all’interno del quale si trova la valle si sviluppa per un perimetro di circa 18 chilometri e presenta a nord e a sud pareti dall’altezza variabile tra i 400 e i 1.000 metri. A est, invece, si apre in una spianata interrotta dal Monte Calanna che emerge isolato dalle recenti lave. Uno scosceso pendio, il Salto della Giumenta, affievolito dalla colata lavica del 1991-’93, la separa dalla sottostante Val Calanna.
Nella valle sono presenti diverse dagale (porzioni di vegetazione isolata circondate da lave) e sono visibili alcuni crateri avventizi recenti come Monte Simone (eruzione del 1811-1812) e i Monti Centenari (eruzione del 1852-1853) nonché alcune formazioni rocciose risalenti a collassi del Trifoglietto.[1] La genesi della valle è oggetto di studi ma questa sembra non essere riferibile a un unico evento quanto piuttosto a una serie di collassi, il cui ultimo, secondo studi recenti, dovrebbe essere avvenuto circa 9.000 anni fa. Un grande ammasso di materiale di riporto presente nella zona costiera di Riposto, chiamato “Chiancone di Riposto”[2] sembrerebbe confermare questa ipotesi. Lo Tsunami generato da tale evento distrusse le civilta allora presenti sulle coste Africane e diede probabilmente luogo al mito di Atlantide e della sua scomparsa.